Venerdì sera lo sentivo che l’indomani sarebbe stata una grande giornata, i modelli meteo prevedevano un’attività termica che sarebbe cominciata presto la mattina e che sarebbe cessata verso le quattro del pomeriggio, con dei cumuli a est verso la Valtellina, ma assenti in Ticino e a ovest. Inoltre non prevedevano nuvolosità né precipitazioni e il vento sarebbe ruotato da nord a sud nel corso della mattinata.
Avevo un pensiero nella testa: “non mi sentivo più in grado di pilotare un aliante”. Mi capita sempre dopo ogni pausa di volo invernale, di convincermi a inizio stagione di aver perso tutte le capacità apprese l’anno prima, come saper interpretare la meteo oppure centrare le termiche. Visto che capita ogni anno, ho ignorato questo sentimento, ero comunque consapevole che dopo un periodo di inattività si è più scarsi nel pilotaggio e quindi la così detta ruggine, doveva essere limata abbastanza velocemente.
Sabato mattina sono arrivato presto all’aeroporto, dopo aver preparato al volo lo Standard Cirrus che mi aveva già accompagnato nelle mie avventura l’anno scorso, ho riguardato la meteo, le previsioni non erano cambiate di molto anzi erano leggermente migliorate perché prevedevano molti più cumuli, rispetto ai prognostici della sera precedente. Ho deciso: oggi vado a Bolzano, questo volo lo avevo già fatto nel 2013, era stato il mio primo 500km, allora volavo ancora con il Discus. Ero molto entusiasta e lo si vedeva anche nel mio modo di vagare per l’aeroporto, ero veramente convinto di andare a Bolzano e lo stavo dicendo a tutti i presenti, allora per rendere la sfida ancora più interessante, ho deciso di dichiarare un triangolo di 470km, ho pianificato come start e finish point Monte Carasso e ai due estremi Bolzano e Antronapiana. Ho deciso di andare prima ad ovest e poi ad est, per il semplice motivo che l’attività termica in Valtellina iniziava prima e presentava più cumuli rispetto alla parte ovest.
Sono decollato alle 1015, dopo lo sgancio al Sassariente a nord dell’aeroporto le termiche erano rotte a causa di una leggera componente di vento da nord ed erano molto cicliche, lo si capiva anche guardando i cumuli che andavano e venivano, non riuscendo a salire bene mi sono spostato sulle montagne a nord di Mornera, dove ho trovato la prima termica sfruttabile che mi ha portato fino in base a 2800m. Senza pensarci due volte, ho deciso di partire verso la Valle Morobbia e il Corno di Gesero che sembravano essere la via migliore, anche se c’erano pochi cumuli, resta comunque l’appoggio orografico più vicino.
Sono arrivato al Corno di Gesero leggermente basso a 2000m, la termica era forte, ma molto rotta, stretta e ciclica, non c’era spazio per gli errori, bisognava volare l’aliante in modo fluido e pulito, dopo qualche otto sono riuscito a portarmi nuovamente sopra la cresta, guadagnando un miglior margine di manovra, ho cominciato a spiralare fino a 2400m e sono partito verso il Monte Duria e la Valtellina.
Tra il Ticino e la Valle di Chiavenna le termiche erano buone, ma ancora molto strette, dopo aver fatto quota sotto il cumulo al Monte Duria, ho planato direttamente verso l’entrata della Valtellina, anche se non ho più trovato ascendenze sui pendii a nord di Colico, il cumulo in lontananza sopra il Monte Brusada mi motivava a continuare e ad att raversare la valle. Come si vede dalla foto, a differenza del Ticino oltre ai cumuli in Valtellina c’era un inversione termica molto più alta.
Un obbiettivo di quest’anno è quello di partire presto la mattina, tuttavia non mi ero mai lanciato in Valtellina così presto la mattina, erano solo le 1130. Quando si vola con alianti a prestazioni ridotte, bisogna tenere in considerazione che dopo grandi attraversate ci si ritrova molto bassi, sono arrivato al Monte Brusada a 2100 metri appena sopra la foschia, il primo tentativo di centrare una termica non è stato fenomenale e quella ruggine invernale mi aveva appena fatto buttare via altri 100 metri. Ho cominciato a volare degli otto più ad est, di seguito ho cominciato a spiralare nella prima termica costante del giorno, aveva un intensità di 2 m/s e sono salito fino in base a 2800 metri. Volare veloce non entrava ancora nei miei piani, dopo quell’inizio molto lento la velocità media era di 54km/h, ma non ero demotivato, anzi sapevo che avrei dovuto dare il massimo in seguito per alzarla.
Limare via la ruggine non è stato facile, i primi centraggi non erano ottimali, così come alcune delle prime valutazioni, a renderlo ancora più difficile, era un errore nell’Altair. Il vario acustico funzionava, ma la schermata no, di per se non era una problema perché ho sempre volato senza schermi e con il solo ausilio del telefono. Il problema stava nella differenza di informazioni, ovvero quando il vario acustico mi dava una buona salita che non riuscivo a quantificare per l’assenza dei dati, il variometro pneumatico mi indicava una salita di massimo un metro al secondo, non sapevo più a quale strumento credere, ciò nonostante ho proseguito il volo. Le termiche in Valtellina erano buone con basi a 3000 metri che man mano si volava verso est aumentavano di quota. Quando spiralavo, vedevo che si stava formando uno strato di foschia sopra il Ticino che visto dalla mia posizione sembrava una copertura ad alta quota, la percezione è soggettiva, così come le distorsioni della percezione, dopo la fase iniziale un po’sportiva, quella “copertura” mi sembrava un pericolo per il rientro, ciò nonostante mi sono affidato ai fatti, ovvero alle previsioni e a quello che vedevo davanti, quindi ho proseguito.
Al Piz Cancan sopra Tirano ho fatto i 3200 metri e ho deciso di continuare verso il Passo del Tonale. Dopo una planata di 27km sono arrivato a 2400 metri alla Cima Mattaciul, ho incontrato discendenza lungo la strada, ma una termica mi ha risollevato fino a 3000 metri e mi ha aperto il passaggio verso il Passo del Tonale e la Valle di Sole.
Le termiche erano buone, i pendii ben esposti al sole e le basi erano alte fino a 3400 metri, non è stato difficile percorrere la Valle di Sole ed era solo mezzo giorno, nonostante sapevo che le termiche sarebbero finite presto, non sentivo ancora il bisogno di tornare indietro, quindi ho continuato a volare fino al punto di virata, situato a sud del Passo Palade sulla piana che divide l’uscita della Valle di Sole con Bolzano.
A ovest di Bolzano l’aria era più fosca, le basi erano più basse e le termiche erano cicliche e più deboli, ciò nonostante mi sono fermato vicino al punto di virata per fare un po’di quota, ma senza perdere molto tempo, perché ero riuscito a portare la velocità media del tema a 84 km/h e volevo alzarla ancora.
Stavo volando ad una quota limite, il ritorno nella Valle di Sole è stato relativamente lento, non potevo permettermi grandi traversoni verso i cumuli all’entrata della valle, perché sarei arrivato troppo basso e non ce l’avrei fatta ad agganciare. Mi sono dovuto accontentare un po’di quello che c’era, anche sui pendii le termiche andavano e venivano, ciò nonostante sono rientrato sui pendii della Valle di Sole a 2200 metri, dove mi sono potuto rialzare a 2500 metri in poco tempo.
Qualcosa era comunque cambiato rispetto all’andata, le termiche in Valle di Sole erano diventate leggermente cicliche e in alcune, nonostante ci fosse un bel cumulo sopra, si fermavano a mezz’aria, comunque si riusciva a salire fino a 3000 metri e sono riuscito a sorvolare il Passo del Tonale senza difficoltà, inoltre avevo l’impressione che i pendii portassero maggiormente.
Alle 1330 ero nuovamente al Pizzo Mattaciul, i cumuli verso ovest erano ancora molto belli, dopo la risalita a 3500 metri con una termica da 3m/s sono ripartito nella direzione della Valtellina, adesso bisognava viaggiare, le condizioni promettevano bene per alzare la velocità media della task ad almeno 90km/h, bisognava semplicemente saper riconoscere e girare le termiche buone, senza perdere troppo tempo.
La Valtellina era come all’andata, il sole stava cominciando ad orientarsi a sud-ovest e i cumuli stavano cominciando a diminuire, ma c’era ancora tanta forza. Da Tirano fino al Lago di Como giravo le termiche solo fino a 3000 metri, al Pizzo Brusada con una termica da 3m/s costante mi sono alzato fino a 3500 metri, prima di attraversare la Valle di Chiavenna per ributtarmi il Ticino. Già all’altezza di Sondrio cominciavo a guardare il Ticino che dalle creste del confine Italo-Svizzero verso ovest era completamente blu, un po’mi preoccupava, soprattutto per il fatto che poteva non esserci termica e mi sarebbe dispiaciuto non completare la task e lasciare la Valtellina per andare ad atterrare. Ho anche pensato a quale via seguire per arrivare ad Antronapiana e dopo un’attenta analisi ho pensato che la classica via Sassariente, Trosa, Ruscada, Val Vigezzo era la più efficace per il grande appoggio orografico, rispetto a volare per la via Camoghé, Tamaro, Ghridone, Monte Togano, e così ho fatto.
A ovest di Bellinzona ho girato sotto l’ultimo cumulo fino a 3000 metri, dopo di ché ho attraversato verso il Sassariente. Le termiche mi sembravano molto più deboli, ho cercato di essere il più tattico e rapido possibile e ho tirato direttamente nelle Centovalli senza salire sopra i 2400 metri, però a Santa Maria Maggiore ho deciso di girare un po’di più. Le termiche stavano cominciando ad andarsene, tuttavia mi sono alzato fino a 2800 metri con un rateo di salita di 2m/s, fu una scelta azzeccatissima, la Valle Vigezzo stava per finire e davanti a me c’era una grande valle da attraversare, ero riuscito a sollevare la velocità media a 90km/h e mi sarebbe dispiaciuto rovinare questa media, se le termiche tra me e Domodossola fossero state più deboli, difatti a sud del Pizzo la Scheggia la termica era molto più debole.
Il sole stava calando sempre di più, la Valle di Antrona è una valle est-ovest che finisce ai piedi delle montagne che segnano il confine tra Italia e Vallese, inutile dirvi che la termica sarebbe stata debole e l’unico pendio ben esposto al sole, se non si trovava già in ombra, era situato accanto al punto di virata. Sapevo che avrei dovuto sacrificare un po’della mia velocità media, per garantire ancora una quota sufficiente per planare nuovamente in Val Vigezzo. Ho imboccato la valle a 2400 metri e ho volato direttamente verso Antronapiana, sul pendio ad est la termica era debole, lo sentivo che poteva essere ciclica, allora ho deciso di lanciarmi sul turnpoint e di ritornare sul pendio in seguito per risalire. Così ho fatto e la termica che prima aveva una forza di 0,6 m/s adesso spingeva a 1,3 m/s, a 2400 metri sono ripartito girando un po’quello che c’era lungo i pendii. Ho attraversato sopra Masera e ho ripreso la Valle Vigezzo a 1800 metri con una bella termica da 2,4m/s.
Chiaramente anche il ritorno è stato speditivo, sono salito ancora sopra Santa Maria Maggiore a 2700 metri e poi via diretto fino al Sassariente, dove sono arrivato a 1900 metri. La velocità del tema era a 90km/h, avrei potuto tirare direttamente sul finishpoint per alzarla ancora, ma erano solo le 1600 e non volevo buttar via quella quota, necessaria per andare e tornare, che non mi avrebbe più fatto agganciare, una volta ritornato sul Pendio, quindi ho preferito fare ancora qualche metro prima di chiudere il tema.
Alle 1600 ero nuovamente al Sassariente, sono salito con più calma fino a 2600 metri, la task era ormai conclusa con 89km/h, quindi non avevo più motivo di volare veloce. Il concorso nazionale di distanza svizzero prevede che dopo un tema dichiarato, si possa ancora volare un allungamento di due leg, ovvero per accumulare qualche punto in più, potevo ancora volare in una direzione qualsiasi e poi tornare indietro. Andare in Valtellina era escluso, perché non avevo la certezza che ci fosse ancora termica. Ho deciso di optare per la Val Vigezzo per allungare ulteriormente il volo, sia per l’orografia, sia per il fattore sicurezza, perché a ovest c’è l’aeroporto di Masera e ad est quello di Locarno.
La stanchezza cominciava a farsi sentire, le termiche erano sempre più deboli e francamente non avevo più voglia di girare, ho volato fino alla verticale di Masera con una quota massima di 2200m, c’era una leggera dinamica e i pendii portavano molto bene.
Al ritorno mi sono affiancato ai pendii, volavo molto lento rispetto all’andata, ho percorso tutta la valle fino al Ruscada perdendo solo 150 metri, prima di entrare nella CTR di Locarno e atterrare alle 1730, ho ancora planato tenendomi sulle creste nord del piano di Magadino fino a Bellinzona. Ero ancora in volo ed ero chiaramente molto contento di come avevo affrontato le diverse fasi di questo magnifico giro, ero soprattutto soddisfatto di come ho ragionato in modo oggettivo e di come non mi sono fatto fregare da alcune situazioni che l’anno scorso mi avevano fatto perdere tempo e chilometri.
La ruggine di cui vi parlavo all’inizio era scomparsa quasi del tutto, chiaro che a livello di pilotaggio devo affinare ancora alcuni dettagli, eppure ero sorpreso che alcune competenze non erano state offuscate dalla pausa invernale, anzi rispetto a l’anno scorso, su alcuni concetti come la gestione delle due energie e la giusta combinazione tra salita e planata ero migliorato, questo trovo ed è giusto scriverlo grazie all’allenamento di quest’inverno che ho fatto con il simulatore.
“Ma si chiudo la task, ancora una volta a Masera e voilà 600km”, alcuni colleghi stavano quantificando via radio il loro volo e io ho risposto con questa frase, ero molto motivato già dal mattino e questo pensare positivo mi ha permesso di fare questo volo. Il risultato è stato un volo dichiarato di 470km, volato con 89km/h di media, per un totale di 607 km OLC. Ho ancora molto da imparare, soprattutto sul partire presto la mattina, peccato che la giornata sia finita relativamente presto. Uno dei prossimi obbiettivi è di allargare ulteriormente i confini, quindi di trovare lo spirito per continuare verso est dopo Bolzano.
Davide Giovanelli